Afasia: che cos’è? Quanti tipi ne esistono?

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Salute360 Team

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Che cos'è l'afasia? Le afasie sono tutte uguali? Dopo la notizia del ritiro dalle scene di Bruce Willis, famoso attore, a causa di questo disturbo, se lo stanno chiedendo in molti. Scopriamo insieme!

Che cos'è l'afasia?

Facciamo un passo indietro: cosa intendiamo quando parliamo di linguaggio? Il linguaggio è senz'altro la funzione più caratteristica e peculiare dell'uomo. Si fa riferimento alla capacità di comunicare il proprio pensiero attraverso simboli (verbali nel caso della comunicazione verbale e grafici nel caso di quella scritta) e di trasformare questi simboli in pensiero. Quindi possiamo pensare di suddividere la complessità di questo processo in due: la capacità di esprimersi e la capacità di intendere. La prima fa riferimento alla produzione del linguaggio, orale - quando parliamo - o scritta - mentre scriviamo questo articolo. La seconda, invece, fa riferimento alla capacità di comprendere il significato dei simboli, di parole ascoltate o lette, esattamente come stai facendo tu in questo momento.

Cos'è quindi l'afasia? L'afasia può essere definita genericamente come una perdita o alterazione del linguaggio, che può essere o totale o parziale, dovuta a una lesione cerebrale acquisita. Questo concetto è molto importante perché stiamo parlando di persone che in precedenza avevano già raggiunto competenze linguistico-comunicative e che, in seguito ad un danno della corteccia cerebrale, si trovano a perderle parzialmente o totalmente in base alla gravità del danno e alla sede della lesione.

Un po' di storia

Il linguaggio è stato oggetto di fascino e studio fin dai primi anni del diciannovesimo secolo, generando anche un fervido dibattito tra varie correnti di pensiero sia nella comunità scientifica che filosofica nell'interpretazione della sindrome afasica. In particolare, si fronteggiavano due versanti: la corrente associazionistica e la corrente globalista o neoetica.

La prima, quella associazionistica, ipotizzava che l'elaborazione del linguaggio fosse legata a due aree corticali specializzate con le loro reciproche vie di associazione e legami con il resto del sistema nervoso: il centro frontale o verbo-motore di Broca e il centro temporale o uditivo-verbale di Wernicke. In base a questa corrente, quindi, lesioni in punti precisi di questo complesso determinano i vari quadri di afasia.

La seconda, quella globalista o neoetica, considera invece il linguaggio come un'attività cerebrale d'insieme. I quadri di afasia sono sì quindi causati da lesioni circoscritte ma la relativa manifestazione dipende dall'adattamento del cervello alla lesione.

Afasia motoria di Broca e afasia sensoriale di Wernicke

Abbiamo detto che il linguaggio ha due versanti: quello espressivo e quello recettivo. Da questa distinzione schematica derivano le due forme di afasia più note, diciamo "i classici" di questo tema. Stiamo parlando dell'afasia motoria di Broca, nella quale è maggiormente interessato l'aspetto espressivo del linguaggio, e dell'afasia sensoriale di Wernicke, nella quale - come suggerisce il nome - è interessata maggiormente la parte del linguaggio legata alla comprensione. Per dirla in poche parole, quindi, se nell'afasia di Broca il soggetto generalmente comprende ma si trova incapace di produrre o emettere informazioni verbali, nell'afasia di Wernicke al contrario chi ne è affetto ha un'alterazione nella comprensione del linguaggio. Come anticipato, questi due quadri sono così diversi perché diverse sono le due aree del cervello che vengono colpite dalle relative lesioni. Cerchiamo di vederle più nel dettaglio.

Immagine da: https://it.wikipedia.org/wiki/Area_di_Wernicke#/media/File:BrocasAreaSmall.png

Afasia di Broca o motoria: questo quadro è causato da una lesione nella così detta "area di Broca", una zona collocata nel lobo frontale (aree 44 e 45 di Brodmann), sede per l'appunto del "centro verbo-motorio". L'afasia di Broca può essere definita come "l'incapacità a esprimere con parole il proprio pensiero" a due livelli: la formulazione mentale della parola ("il linguaggio interno") e la capacità di articolare la parola già formulata mentalmente (l'espressione vera e propria). In questo caso l'eloquio è quindi caratterizzato da "inceppi fonetico-articolatori" con, nei casi più gravi, poche sillabe isolate o associazioni plurisillabiche prive di significato. Possono poi associarsi disturbi di grado lieve nella comprensione dell'espressione scritta e della scrittura o altri disturbi neurologici variabilmente associati. La comprensione del linguaggio è in questo caso, però, conservata e conservata è anche la piena consapevolezza del disturbo.

Afasia di Wernicke o recettiva: è causata da lesioni nella così detta "area di Wernicke", a livello del lobo temporale (area 22 di Brodmann), sede del "centro verbo-acustico". Come dicevamo, nell'afasia di Wernicke è colpita la comprensione del linguaggio che determina certamente un'alterazione delle capacità "recettive" (di vari gradi, a volte può essere lieve). A differenza dell'afasico di Broca, però, in questo caso non c'è consapevolezza del proprio deficit. Questo elemento e la difficoltà nella comprensione dei significati del linguaggio (presente anche quando è il soggetto stesso a parlare) fanno si che in definitiva venga compromessa anche la capacità espressiva, nonostante l'eloquio in questo caso sia paradossalmente fluente e abbondante, ma, nei casi più gravi, privo di significato e pieno di errori fonetici (tra cui ad es. neologismi, amnesie nominum, etc.) . Questo eloquio caratteristico talvolta può confluire in un gergo vero e proprio, in questo caso si parla di "gergoafasia". In sintesi, "l'afasico di Wernicke capisce male e parla e ripete altrettanto male".

É bene sottolineare, infine, che in entrambi i tipi di afasia le lesioni riguardano l'emisfero dominante della persona interessata, che è il sinistro nei destrimani e prevalentemente il sinistro (ebbene si!) anche nei mancini. Infatti, solo in un terzo dei mancini l'emisfero dominante è il destro, lo sapevi?

Quanti tipi di afasia esistono davvero?

Afasia di Broca e afasia di Wernicke sono i due quadri più "classici" ma non sono i soli, ne esistono, infatti, altri tipi che possono essere distinti in base alle caratteristiche di comprensione, fluenza dell'eloquio, denominazione o ripetizione.

Per mantenere la dicotomia Broca / Wernicke, i vari tipi di afasia possono essere raggruppati in afasie con eloquio non fluente (tra cui quella di Broca) e afasie con eloquio fluente (tra cui di Wernicke), per le differenze prima citate. In generale, tra le caratteristiche della fluenza verbale si considerano ad esempio: l'abilità articolatoria nel linguaggio, la quantità di produzione orale, la lunghezza delle frasi, la presenza di neologismi o anomie.

Senza entrare nei dettagli, sono afasie non fluenti: l'afasia motoria o di Broca, l'afasia globale e l'afasia transcorticale motoria. Sono, invece, afasie fluenti: l'afasia sensoriale o di Wernicke, l'afasia di conduzione, l'afasia transcorticale sensoriale, l'afasia amnestica.

Quali sono le cause più frequenti?

I vari quadri di afasia sono causati da lesioni cerebrali acquisite che, a seconda della sede e dell'entità, determinano alterazioni variabili del linguaggio.

Tra le cause più frequenti: vasculopatie dell'emisfero dominante, tumori cerebrali a livello dell'emisfero dominante (principalmente a livello dei lobi frontali e temporali, le zone che come abbiamo visto interessano le funzioni del linguaggio), demenze. Da citare anche traumi, infezioni (come ad esempio ascessi cerebrali e encefaliti erpetiche) e, tra le cause di afasia transitoria, anche attacchi ischemici transitori (TIA), aure emicraniche e crisi epilettiche parziali.

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