Quanti motivi esistono per fare attività fisica? Moltissimi. Non solo per i benefici per la nostra salute fisica e mentale, ma anche più in generale per il miglioramento della qualità di vita. Da non sottovalutare anche l’importante ruolo dello sport nella prevenzione di diverse patologie, tra i tanti esempi senz’altro le malattie croniche.
In Italia, infatti, l’inattività fisica rappresenta uno dei quattro principali fattori di rischio di malattie croniche insieme a scorretta alimentazione, consumo dannoso e rischioso di bevande alcoliche e tabagismo.
La dimensione del problema non è da sottovalutare, se non altro per l’importante impatto negativo in termini di costi diretti sui sistemi sanitari e indiretti per quanto riguarda l’aumento dei congedi per malattia, delle inabilità al lavoro e delle morti precoci.
In tutto il mondo, un adulto su quattro e tre adolescenti (tra gli 11 e i 17 anni) su quattro non rispettano quelle che sono le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l’attività fisica. Il cambiamento nei modelli di trasporto, l’urbanizzazione e un aumentato uso della tecnologia, favoriscono sempre di più stili di vita sedentari. Tanto che in alcuni paesi i livelli di inattività fisica arrivano a toccare il 70%.
Un ulteriore elemento da considerare è la possibilità di accedere alle opportunità di essere fisicamente attivi, non sempre uniforme tra la popolazione nella maggioranza dei paesi. Ad essere svantaggiati, in particolare, sono spesso ragazze, donne, anziani, minoranze e persone con disabilità e malattie croniche.
Con attività fisica non si intende solo esercizio fisico o sport in senso stretto. Anche semplici movimenti come fare una passeggiata, muoversi in bicicletta, ballare, giocare, fare giardinaggio e svolgere i lavori domestici, fanno parte dell’attività motoria spontanea.
Da definizione dell’OMS per attività fisica si intende:
qualunque movimento determinato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un dispendio energetico superiore a quello delle condizioni di riposo
Più in generale, emerge una prospettiva molto ampia, che rende conto di una concezione di attività fisica come “espressione della relazione tra l’essere umano e l’ambiente in cui vive nella sua quotidianità, con lo scopo di aumentare il benessere fisico e psicologico in tutte le fasce d’età, in condizioni fisiologiche e in soggetti affetti da patologie.”.
Sono incluse tutte le forme di movimento, che siano dovute agli spostamenti, ad attività ricreative o a forme di attività lavorativa o domestica. Se poi si tratta di sport o esercizio fisico – nel senso di attività strutturata e pianificata - ancora meglio!
Le raccomandazioni dell’OMS per bambini e adolescenti di età compresa tra i 5 e i 17 anni prevedono :
almeno 60 minuti di attività fisica quotidiana di intensità moderata-vigorosa e esercizi di rafforzamento dell’apparato muscoloscheletrico almeno 3 volte a settimana, includendo giochi, sport ed esercizi prevalentemente aerobici.
Chiaramente, ad una quantità di attività fisica superiore ai 60 minuti corrispondono ulteriori benefici per la salute.
Per quanto riguarda gli adulti, vengono suggerite:
un minimo di 150 minuti di attività fisica aerobica d’intensità moderata nel corso della settimana (esempio: 5 sessioni di esercizio da 30 minuti a settimana) oppure un minimo di 75 minuti di attività vigorosa + esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari 2 o più volte a settimana (ad esempio almeno 25 minuti di esercizio di intensità vigorosa tre volte a settimana).
In alternativa una combinazione delle stesse.
Una precisazione non da poco: “poco è meglio di niente”. Anche se è chiaro che quantità di attività fisica superiori alle minime indicate comportano maggiori vantaggi per la salute e la prevenzione delle malattie croniche, anche con minime quantità di attività fisica (come 60 minuti a settimana) gli adulti sedentari ottengono benefici per la salute.
Al bando il perfezionismo, quindi! Anche se poco, vale sempre la pena di fare movimento!
Un’ulteriore indicazione è quella legata ai periodi di sedentarietà continuativi. È utile interrompere frequentemente i periodi nei quali si sta in posizione seduta o reclinata, consigliato almeno ogni 30 minuti, con periodi di “pause attive” anche brevi (2-3 minuti) come brevi camminate, piegamenti sulle gambe, alternanza della posizione seduta con quella in piedi.
Come detto in introduzione, uno dei principali benefici dati dall’attività fisica è quello di ridurre il rischio di contrarre malattie croniche (ad esempio: malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione arteriosa, alcune forme di tumore come quello al seno, alla prostata e al colon).
Tra gli altri benefici sulla salute fisica si annoverano anche: il miglioramento della mineralizzazione ossea in età giovanile, e quindi la prevenzione di osteoporosi, il miglioramento della funzione digestiva e la regolazione del ritmo intestinale, la contribuzione al controllo del peso corporeo.
Per quanto riguarda la salute mentale, fare movimento consente il mantenimento delle funzioni cognitive e la riduzione di stress e ansia e del rischio di depressione e di demenza. Anche qualità del sonno e autostima sono influenzati positivamente.
Non da meno, lo sport gioca un ruolo importantissimo per inclusione sociale e rapporti interpersonali. Tutti fattori questi che entrano a pieno titolo a far parte del concetto di salute e di qualità della vita.
Non a caso le popolazioni fisicamente più attive tendono ad essere più longeve rispetto a quelle inattive: tra la quantità di attività fisica e la speranza di vita c’è un legame diretto.
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